24/12/13

Auguri?




Dato il proliferare di auguri natalizi, non posso esimermi di farli pure io. 

A modo mio. 





18/12/13

Riflessione sui mostri


Anche oggi è uno strano orario, per me, amico mio, ma a quanto pare questi strani giorni influiscono in maniera negativa sui miei ritmi, quindi è più facile trovarmi dietro la finestra, ovviamente sempre socchiusa così che tu possa spiarmi da dietro l'oleandro, al mattino piuttosto che la sera.

Dopo quanto ti ho detto ieri ho pensato molto ai mostri.

Esistono diversi tipi di mostri.

I peggiori sono quelli che non lo sembrano.

Sono tutt'attorno a noi, e se guardi con attenzione potrai individuarli. Ci vuole pratica, occhio allenato, una sensibilità particolare. Vedrai, amico mio, che se fai attenzione sono davvero ovunque. Si nascondono dietro falsi sorrisi, sguardi ammiccanti, promesse mancate e bugie.

Se farai molta attenzione ti accorgerai di sorrisi a cui gli occhi non vogliono collaborare, di sguardi furtivi che studiano le tue reazioni per individuare l'attimo propizio per affondare una metaforica stilettata, di parole inevitabilmente prive di sostanza e di realtà alternative, che per un minimo dettaglio sembrano provenire da un universo parallelo.

Sono questi i mostri a cui devi prestare maggiormente attenzione, amico mio, ma in realtà non sono questi i mostri di cui volevo parlarti.

Da sempre, per sempre, l'uomo ha bisogno di mostri. Ha anche bisogno di dei, ma questo è un altro discorso, seppure viaggi su binari paralleli.

Abbiamo bisogno dei mostri, amico mio, e le ragioni sono molteplici.

Il brivido che scorre lungo la schiena con il tocco lieve di dita morte, che fa accapponare la pelle e rizzare i capelli sulla nuca, è un sottile, perverso piacere a cui non siamo in grado di resistere.

Inoltre i mostri ci fanno sentire migliori.

Confronto a loro, possiamo mantenere viva l'illusione di non esserlo noi stessi, dei mostri, seppure i mostri peggiori sono proprio quelli che si nascondono nel fondo della nostra mente, che nascondiamo a tutti, che spesso celiamo pure a noi stessi, troppo orribili anche solo per ipotizzarne teoricamente l'esistenza.



"Che ognuno vi incontri ciò che più gli sta a cuore e che tutti vi si smarriscano." Così scrisse della sua creatura Vicino Orsini, colui che diede vita ad una delle più grandi suggestioni in cui ci si possa imbattere.

Il Parco dei Mostri, o Bosco Sacro, giardino apparentemente selvatico popolato da grottesche, enormi creature di pietra, precipita in un percorso di meraviglia e paura.

Un luogo dove i mostri sono reali, immersi in una dimensione onirica in cui è facile perdersi.

Un giorno, amico mio, ci andremo assieme e non sarò io, ma tu, a raccontarmi di mostri.








Tu ch'entri qua pon mente
Parte a parte
E dimmi poi se tante
Meraviglie sian fatte per inganno
O pur per arte.

Vicino Orsini
1523-1585


Sito ufficiale del Parco dei Mostri

17/12/13

Mostri



Strano orario questo, per me, amico mio.

Fuori un'alba color del sangue si fa strada cancellando le ultime vestigia di una notte agitata, piena di sogni che, uno dopo l'altro, mi hanno trascinata in un abisso di ansia ed angoscia e che, ancora, non mi da tregua.

Non c'eri, fuori dalla mia finestra, quando avrei avuto bisogno di una presenza per cancellare l'orrore della pazzia che avanza.

O forse eri là, ed osservavi, fedele al compito di voyeur che ti ho affidato ormai svariati mesi or sono, godendo della sofferenza che, con sadismo chirurgico, mi infliggo notte dopo notte, quando il sonno cancella ogni difesa, lasciando liberi i mostri che vivono dentro di me.

Che sono me. 

Che mi divorano. 

Una delle inquietanti presenze del Parco dei Mostri di Bomarzo

Emozioni. Non ne ho mai abbastanza. E' la mia maledizione. Sempre più intense e travolgenti, fino ad assefuarmi ad esse, fino a non riuscire più ad avvertirne.

E' come una droga. Ne voglio sempre più, sempre di più intense, al punto che nulla è in grado di emozionarmi, se non le visioni folli che scaturiscono dalla mia mente malata, durante la notte.

Ad accompagnare i sogni la certezza di una presenza, che osserva, e non sei tu, amico mio, è lei, la Bestia, che come te gode del vedermi rantolare nel letto, e la sua voce che, suadente, mi chiama, mi impone di raggiungerla, in un luogo da cui so non esserci ritorno.

Per questo sono qua, amico mio, questa mattina, quando fuori non c'è traccia di nebbia ed io non dovrei essere. Sono qua per cancellare quella voce che mi chiama, perché so che se l'ascolterò troppo a lungo, finirò per seguirla.

E quando accadrà tu, figlio della mia schizofrenia, cesserai di esistere, e per me non ci sarà ritorno.





11/12/13

Aforisma #1










Provo grande invidia nei confronti di coloro che credono fermamente nell'esistenza del tizio del piano di sopra, perché costoro hanno sempre qualcuno su cui scaricare la colpa. 

Porco Caos non suona bene, e soprattutto non è altrettanto liberatorio. 



Cit. Me Medesima








05/12/13

Lobotomized






Giusto per esplicare alcuni dei miei pensieri della serie: "ai confini della realtà" quest'oggi mi è venuta voglia di ampliare il discorso che ho accennato nel post di ieri, riguardo le pubblicità straniere e quelle de "noartri".

Giusto per dimostrare come, probabilmente, noi italioti siamo ormai lobotomizzati, cerebrolesi, assuefatti ad ogni bassezza commerciale.

Dove all'estero viene prodotta arte a noi rifilano improbabili pupazzetti animati e spazzatura.

La mangiamo e ringraziamo anche.

Che vuoi farci, amico mio, ognuno ha quel che si merita.



Noi: 

Loro: 

...

Noi:

Loro:


Loro:

...

E per smentire quanto detto sopra, voglio chiudere con una compilation di mini spot trash che, pur essendo stranieri, non stonerebbero per nulla sui nostri schermi. 


E ricordati, amico mio, di non essere mai troppo veloce a trarre giudizi affrettati! 

Io non lo farò. 




Giorni strani



Sono giorni strani, questi, amico mio.

Giorni in cui ogni cosa mi risulta sgradita, pesante. Qualsiasi cosa sia, solitamente, piacevole, in questi giorni mi suona come un dovere, imposto da una volontà superiore che non riconosco e a cui non posso fare a meno di ribellarmi.

Seppure non sia particolarmente facile ribellarsi a qualcosa che non sai neanche che sia. Più che altro è frustrante.


...


Ho passato l'intera esistenza a ribellarmi a qualsiasi cosa.

Convenzioni sociali, famiglia, doveri imposti da usanze in cui non mi riconosco, ruoli e schemi precotti, qualsiasi cosa ci si aspettasse da me è stata puntualmente disattesa.

E questo si evidenzia particolarmente con l'avvicinarsi del periodo festaiolo, quando tutti hanno un sorriso tale prestampato in faccia da chiederti in quale momento, assolutamente inconsapevolmente e per errore, hai varcato la porta che conduce in una realtà parallela dove viene distribuito gratuitamente LSD nell'acqua potabile e per quale fottuta ragione tu sia l'unica a non godere di tal benefico trattamento.




L'incalzante aumento di pubblicità natalizie mi mette di malumore, sentire una foca parlare con la voce stridula di una comica piemontese non mi diverte, al massimo mi fa pentire di aver acceso la televisione, oltre a ricordarmi perché non la guardi mai.

Poi, masochisticamente, comparo le pubblicità dei palinsesti stranieri delle medesime compagnie che asfissiano noi e mi chiedo anche se noi italiani siamo ritenuti tutti degli emeriti deficienti, dalle suddette, la verità è che lo siamo davvero ma questo è discorso che non ha niente a che vedere con questi strani giorni che sto vivendo.


...


Sono giorni strani, questi, amico mio.

Giorni in cui mi guardo attorno e mi vedo circondata da alieni, non mostri, bensì creature grottesche nella loro puerile uniformità a cui io non appartengo, e mi chiedo se gli alieni sono loro, o se l'unico alieno, in questa strana realtà fatta di sorrisi, luci, colori e canzoncine idiote, sono io.

E nel mio insano, assoluto egocentrismo, non può esistere che una sola risposta, mio caro amico.


...



...



...



...



...



...



...



Cosa provi, ora che sai di essere irrimediabilmente,
                                                             insanabilmente,
                                                                       inguaribilmente 
                                                                                          pazzo?








02/12/13

Deep inside


Quante volte, in questi mesi, ti sei fermato nel giardino, dietro l'oleandro sotto la betulla, a spiare la mia finestra, amico mio?

Nera bocca spalancata su un urlo silenzioso, non c'era la tenda socchiusa apposta per permetterti di spiare, non c'era la danza tremula della candela accesa ad illuminare la mia pelle e non c'ero io, a spogliarmi per te, brandello dopo brandello, fino a lasciare nulla più che bianche ossa e tetre emozioni.

Lo so che sei venuto molte volte, lo so perché tu sei figlio della mia insania, e sei esattamente come io ti voglio, e io ti voglio così, presente nella mia esistenza, là fuori a spiarmi, osservarmi famelico, in attesa che strappi via ancora un altro pezzetto di carne per arrivare più a fondo, fino a portarti proprio sull'orlo del baratro.

Conosco la delusione che hai provato, nel vedere solo quel buio osceno, e la sofferenza di non trovarmi, perché è la stessa che provavo io a non esserci, ma del resto io sono così, sadicamente malata, ed è dolce sopportare il dolore se è condiviso con te, che sei la mia creatura, figlio, amico e amante.

...

"Noi non siamo brave persone, per questa ragione non riusciamo mai ad essere felici."

La meravigliosa creatura che mi disse questa frase, molti anni fa, ora lo è diventata, una brava persona, sempre che esserlo significhi avere un lavoro serio e ben retribuito, una compagna e dei figli da amare.

Io no, continuo a non essere una brava persona e continuo a non essere felice.

Ci sono momenti in cui mi sembra quasi di riuscirci, ad essere felice, ma sono istanti effimeri, durano il batter di ciglia e poi svaniscono.

Spesso ho bisogno di silenzio. E' necessario, per elaborare i pensieri. Così chiudo il mondo fuori dalla porta di casa e rimango sospesa in un limbo fatto di nulla, a ricostruirmi pezzo per pezzo, nel tentativo di trovare un nuovo ordine nel caos e riemergere diversa da ciò che sono.

E' inutile dire che non ci riesco mai, così ciclicamente torno a nascondermi nella nebbia, strattonata da troppe diverse volontà discordanti, sperando che esista un essere superiore in grado di scorgermi e strapparmi fuori da questo meccanismo incantato, che come un disco rotto continua a ripetersi all'infinito, senza possibilità di scampo.

"Tutto questo perché sei pazza furiosa, da internare e buttare la chiave." Dice Vocina, che è un po' un disco rotto pure lei, nella sua monotonia di argomentazioni ripetitive.

Forse, però, questo è solo un alibi per mascherare la verità più scomoda in assoluto, che è tutto semplicemente egoismo ed incapacità di volere bene, per cui si usano le persone fino a quando sono capaci di fornire un minimo di svago, poi si lasciano alle proprie spalle, come giocattoli vecchi.

Ma se è solo egoismo, allora per quale dannatissima ragione la mia mano non riesce ad afferrare alcun appiglio ed io precipito in una voragine che mi trascina via dal mondo, e da te?

Annego


Deep inside me